IL CONCETTO DI KARMA NELLA FILOSOFIA BUDDISTA: UNA CHIAVE PER LA CRESCITA PERSONALE

14/04/2017 di Michele Modica

Il termine karma deriva dal sanscrito “karman” letteralmente azione, operazione, e sta a indicare letteralmente ogni azione umana, sia fisica che verbale o mentale. Tale concetto viene spesso erroneamente interpretato (anche dagli stessi praticanti di discipline e pratiche orientali) come qualcosa di simile al fato, o destino, quindi una sorta di predestinazione che incombe su ogni essere umano determinandone la sorte. Tale fissità di un destino immutabile, insieme all’ampia diffusione avvenuta di recente delle filosofie e dottrine orientali in occidente, diffusione spesso non accompagnata da un corretto approfondimento della materia, ricorre a volte nel linguaggio quotidiano, qualora di fronte a un evento avverso o favorevole sentiamo qualcuno commentare “è accaduto questo, e questo è il mio karma.” Una tale interpretazione degli eventi, lungi dall’essere funzionale a una maggiore felicità o a una migliore gestione della propria vita, spesso sortisce l’effetto di intrappolare il soggetto in ciò che egli stesso si rappresenta come proprio destino, in funzione del proprio vissuto e delle proprie esperienze passate che hanno lasciato ciascuna la propria indelebile traccia. In realtà, a una lettura più approfondita del termine e del suo significato nella filosofia buddista, il karma non solo non è un destino prefissato, ma viene continuamente creato e modificato dalle azioni soggettive. Ogni essere umano, ogni mente cosciente non è affatto, secondo la visione buddista, un’entità fissa e immutabile, tanto che in alcuni testi viene negata perfino la reale esistenza di un io individuale, essendo ogni individuo formato dalla temporanea unione dei cinque aggregati (forma, concezione, percezione, volizione e coscienza) che avviene al momento del concepimento per poi dissolversi col decesso. Quindi qualcosa di continuamente mutevole, di mai definitivo ma sempre “in fieri”, in costante trasformazione, attraverso le proprie azioni ( o coazioni) che avvengono sempre in relazione a un determinato ambiente al quale l’individuo senziente costantemente si relaziona. Il concetto di karma sottintende una legge di causalità. In altre parole, ogni azione, intesa sia come azione mentale, o spirituale (emozione e intenzione), sia come azione comunicativa o relazionale, verbale o non verbale, sia come azione fisica, costituisce una causa che si imprime nel soggetto che la agisce e nel suo ambiente lasciando una traccia indelebile, e darà inevitabilmente i suoi effetti. Così, ad esempio, emozioni e pensieri di rabbia, e conseguenti parole e/o azioni genereranno inevitabilmente nell’ambiente degli effetti che saranno coerenti e consequenziali a tale pensiero-emozione.

TENDENZA KARMICA

Se determinate azioni o generate da un certo stato emozionale vengono ripetute nel tempo generano cause karmiche più profonde, forti e, qualora indesiderate, difficili da rimuovere. Tornando al precedente esempio della rabbia, un soggetto perennemente collerico causerà nella propria vita e nel proprio ambiente effetti molto più profondi e duraturi di quelli creati da una persona tendenzialmente tranquilla che abbia un occasionale momento di collera. In piena sintonia con le più moderne ricerche in ambito psicoanalitico e comportamentale, i buddisti ritengono che qualunque azione fisica compiuta da un essere umano nasca non tanto da una intenzione razionale, che spesso viene applicata a posteriori dal soggetto quale giustificazione di una propria azione, ma da una più o meno consapevole reazione emotiva a un qualsivoglia stimolo ambientale. Si può dire citando Goleman “la mente emozionale è assai più rapida di quella razionale, perché passa all’azione senza nemmeno riflettere un attimo sul da farsi. La sua rapidità le preclude la riflessione deliberata e analitica che caratterizza la mente pensante.” (intelligenza emotiva, pag. 336) Le emozioni sono insieme effetto e causa karmica. Effetto in quanto in una data situazione differiscono tra diversi individui, i quali reagiscono a identici stimoli ambientali in maniera radicalmente diversa da individuo a individuo, (di fronte a una provocazione, ad esempio il collerico reagirà probabilmente con violenza verbale e/o fisica, mentre la persona il cui stato emozionale è orientato verso serenità e soddisfazione avrà probabilmente un altro tipo di reazione di fronte alla stessa provocazione). Causa in quanto l’azione compiuta in base al momentaneo stato emozionale genererà inevitabilmente nuovi effetti nel soggetto e nel suo ambiente, in un circolo più o meno vizioso, autoalimentando il percorso emozionale dell’individuo.

Karma ruotaNon a caso, molte raffigurazioni pittoriche in ambito buddhista raffigurano l’esistenza come una ruota, una struttura circolare nella quale gli esseri senzienti si trovano imprigionati, attraverso una sequela potenzialmente infinita di profezie autoavveranti, nelle quali, per tornare all’esempio del collerico, emozioni di rabbia provocheranno continue reazioni altrettanto colleriche nell’ambiente, che a loro volta alimenteranno le emozioni dell’individuo, i suoi pensieri che andranno a implementare le suddette emozioni, e di conseguenza le sue azioni. Dal momento che tale circolo vizioso è in genere causa di numerose sofferenze, il pensiero buddhista non si limita a prenderne atto ma individua alcune possibili strade per uscirne, che includono pratiche di meditazione, ascesi, preghiere alle varie divinità buddhiste, intese non tanto come entità esterne a cui rivolgere suppliche, ma come simboli archetipici delle varie emozioni e pulsioni umane. Tali pratiche hanno lo scopo di attivare la cosiddetta Buddhità, ovvero una profonda e chiara consapevolezza che consente di essere pienamente coscienti del proprio vissuto, inclusi gli aspetti che solitamente permangono limitati alla sfera inconscia. Tale consapevolezza è alla portata di ogni essere umano, è anzi ciò a cui ogni essere umano aspira più o meno consciamente. Inoltre, pur avendo ogni azione del passato lasciato una traccia indelebile nell’entità spirituale, occorre sottolineare come il concetto stesso di tempo nelle filosofie orientali in generale e nel buddismo in particolare non sia lineare come nella concezione occidentale, ma circolare ; come è espresso chiaramente nel Sutra del Loto il Buddha, l’illuminato, dimora in Hon nin myo, il tempo senza inizio, che coincide col momento presente, il quale racchiude in se stesso l’intera eternità, dall’infinito passato all’infinito futuro. Questo concetto filosofico può essere reso spendibile sottolineandone i sottintesi pratici: Nel presente è contenuta l’intera esperienza passata, sia al livello fisico che a livello spirituale cosciente e inconscio, e ogni istante di vita include una possibilità di scelta. Scegliere se essere pienamente coscienti del proprio stato emotivo o mentale o se continuare a reagire ciecamente agli stimoli dell’ambiente. Scegliere quindi se evolvere o rimanere uguali a se stessi, imprigionati nel retaggio del proprio passato. In funzione di tale intento pratico, sono state elaborate nel corso dei secoli centinaia di differenti tecniche di meditazione le quali hanno in definitiva un medesimo scopo: risvegliare il se cosciente, e rendere cosciente il processo di formazione di karma, in modo da agire anziché essere agiti alle proprie dinamiche emozionali che da inconsce quali sono nella maggior parte degli esseri umani possono essere rese consce.

KARMA E RESPONSABILITA’

Il concetto di karma ha un altro vantaggio che lo rende spendibile nella vita quotidiana: responsabilizza l’individuo. Riconoscendo in se stesso la causa di quanti gli accade, il soggetto sviluppa facilmente la capacità di agire in maniera efficace in qualsiasi situazione gli si presenti, divenendo così respons-abile, cioè abile a rispondere alle circostanze più o meno avverse che gli si presentano nel corso della vita. Anziché attribuire alla sfortuna o all’ambiente esterno la propria condizione, e facendosi interamente carico della propria vita nei suoi risvolti emozionali e/o pratici, si compie un passo importante nel processo del risveglio di una consapevolezza olistica che abbracci sia l’ambiente esterno, sia propri processi psichici ed emozionali.