La riappropriazione dei valori della vita attraverso l’esperienza biocentrica del teatro sensoriale a scuola con l’ausilio delle stoffe e della musica, genera uno spazio di incontro significativo, con noi stessi e con il nostro prossimo.

24/03/2017 di Michela e Simona Dalloca

Per mezzo dell’esperienza la base ritmica dell’ascolto corporeo, esplicitato dal movimento con le stoffe, si fa portavoce psico-bio-corporea di espressione creativa.  Quando  il corpo, a priori  contratto,  si libera dalle proprie costrizioni, attraverso l’estensione  e la fluidità del movimento nelle stoffe, ci permette di essere presenti e recettivi per poter dare una risposta affettiva e relazionale in genere, più attenta a ciò che succede intorno a noi.

Questo spazio contenuto e contenente, si agisce di per sé  in ogni incontro esperienziale permettendo una trasformazione, esso stesso si “com-muove”, si mette in movimento, e si “ri-muove” attraverso questo recupero affettivo, dando acceso alle proprie risorse creative, del dare e del ricevere attenzione che si esplicita nel corpo e diventa evidente nel movimento delle stoffe, generandone la rappresentazione.

Nell’educazione scolastica che utilizza l’esperienza  biocentrica del teatro sensoriale, questo processo genera nei suoi partecipanti un’atmosfera di tenerezza e di sostegno priva di aggressività e di colpa, che contribuisce a creare lo spirito di gruppo e la collaborazione tra i suoi membri.

Il contatto con il presente del qui ed ora, rende tangibile l’emozione, che si fa partecipe al vincolo affettivo con maggiore autenticità.

Il con-tatto tocca la propria interiorità, la musica e il ritmo riattivano la bilancia dell’armonia emozionale che fa da soppalco alla fiducia, di cui le stoffe diventano rappresentazione.

Questa disponibilità emotiva di fiducia libera le tensioni del sentirsi disatteso, inadeguato, non riconosciuto, che sono gli elementi che generano competizione e disgregazione.  Il contatto benevolente e protettivo del  ritmo musicale nell’esperienza, permea invece l’incontro con se stessi di una valenza piena di sostegno verso l’accudimento delle  proprie fragilità  e permette  ad  ogni essere vivente  di sentirsi libero nel suo percepire, autorizzato a sentirsi presente all’ascolto del suo agire, che si manifesta nello spazio condiviso  del  gruppo e nell’interazione relazionale delle stoffe.

Lo spazio esperienziale condiviso  aggrega al movimento per la vita, alla fluidità, alla fiducia  e si assiste ad un  processo di co-creazione auto-organizzante di riconnessione con il proprio corpo individuale e collettivo.

Il sentirsi   accolto riattiva la generosa antica espressione gregaria di protezione e nel contempo agisce come spinta propulsiva per poter  progettare, nuove modalità di comportamento condiviso in percorsi innovativi  i cui obiettivi siano concordi nel produrre la maggiore fonte di benessere possibile.

Lo spazio familiare si espande, la famiglia diviene comunità.

Valori come la cooperazione e l’integrità si fanno garanti pro-vita di  flessibilità  verso un mondo generoso di possibilità, che ci faccia sentire grati e participi di una nuova convivenza umana più autentica.