Vorrei una legge che…Sancisse il diritto di aiuto in classe: Unità Di Apprendimento, competenze in materia di cittadinanza.
04/04/2018 di Simona Dalloca e Marcella Gioia.
Video realizzato dalla Classe 5A della Scuola Primaria di Montopoli di Sabina nell’ambito del Progetto-Concorso “Vorrei una legge che… Sancisse il diritto di aiuto in classe” promosso dal Senato della Repubblica e dal MIUR. Il video è un esempio di educazione attiva per far riflettere i ragazzi sui temi di loro interesse, sul confronto democratico, allo scopo di incentivare il senso civico.
Presupposti
All’interno della cornice competenze in materia di cittadinanza si è deciso di partecipare a questo progetto misto, basato oltre che sulla didattica di Storia, Geografia, Arte e Immagine e Teconologia informatica, anche sull’utilizzo del mezzo filmico come la media literancy promuove, con l’intento di accrescere la motivazione e l’impegno ad apprendere.
Il prodotto, docu-spot di 3 minuti di un processo durato un quadrimestre, è risultato essere contenitore di un vero e proprio contenuto didattico disciplinare e interdisciplinare, che ha permesso agli alunni l’utilizzo dei propri dispositivi elettronici personali BYOD (Bring your own device) nella scuola, efficientemente integrato nelle attività didattiche e sempre ad implementazione della conoscenza della media literancy , oltre una semplice educazione.
Gli studenti hanno avuto la possibilità di apprende ad utilizzare smartphone e tablet in un’ottica di ricerca positiva e positivista, che ha permesso loro in itinere e come problem solving, di riflettere sul diritto d’immagine e sul cyberbullismo come necessità insita nel progetto stesso, ampliando le loro opzioni di scelta alla velocità in cui corre la loro mappa del mondo e in linea con quanto si auspica il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) e come le migliori scuole d’Europa (Svezia), già attuano.
Il compito di realtà in video è stato scelto dunque come un “ambiente di apprendimento innovativo” dove sperimentare le proprie competenze che sono una combinazione dinamica di conoscenze, abilità e atteggiamenti e dunque che solo in atto possono venire valutate.
Così come solo in atto è stato possibile predisporre, rispetto al progetto, rubriche di valutazione formative e valutative delle competenze e perché no anche delle conoscenze acquisite, condivise con e dal gruppo classe, che ha imparato ad assumersi la responsabilità del proprio lavoro e dei risultati che poteva e/o voleva ottenere, rispetto agli indicatori prescelti, e all’impegno di tempo che ognuno di loro ha voluto dedicare per realizzarli.
La partecipazione costruttiva di per se stessa presuppone la disponibilità a partecipare a un processo decisionale democratico a tutti i livelli e alle attività civiche, per questo progetto in particolare ne è stata sia il mezzo che il fine.
Per far fronte ad un compito è necessario inoltre sviluppare un atteggiamento improntato ad affrontare i problemi per risolverli, il che risulta utile, per tutto l’arco della vita, sia nel processo di apprendimento, che nell’implementazione della capacità di gestire gli ostacoli e i cambiamenti.
Questo video documenta senza veli, nel processo di insegnamento/apprendimento, sia gli uni che gli altri.
La realizzazione del compito collettivo, poi, non può prescindere dallo sviluppo di un atteggiamento improntato alla collaborazione, assertività e integrità, che comprenda il rispetto della diversità degli altri e delle loro esigenze e la disponibilità sia a superare i pregiudizi, sia a raggiungere compromessi.
In questi 3 minuti di video pare che la strada a tale fine sia stata perlomeno imboccata.
Tutto ciò nella speranza di aver contribuito alla promozione di una cultura di pace e non violenza che passa necessariamente per una comunicazione interculturale disponibile sia a superare i pregiudizi che a raggiungere dei compromessi ove questo sia necessario per poter garantire giustizia ed equità sociali, anche solo in un gruppo classe.
Si è cercato dunque durante tutto il progetto di integrare sistematicamente l’apprendimento didattico con l’educazione allo sviluppo di competenze emotive personali e sociali orientate alla costruzione di un futuro di cittadinanza attiva che sapesse partire dall’oggi.
Rafforzare fin dalla scuola primaria tali competenze insieme a quelle coinvolte nel processo di insegnamento/apprendimento è infatti fondamento per lo sviluppo delle abilità di base e per un cambiamento che sia sostanzialmente innovativo all’interno di una crescita relazionale continua, che coinvolga biunivocamente sia insegnati che alunni, ogni qualvolta, tutti i giorni, essi si trovino ad interagire fra loro e ancor più quando questa interazione viene finalizzata alla realizzazione di uno progetto “artigianalmente” autentico.
Scheda riassuntiva
La prima parte del lavoro, che ha portato alla realizzazione del video, si è concretizzata nella ricerca di fonti e nello sviluppo di alcune conoscenze che stavano a cuore ai bambini, emerse da fatti che i media hanno portato alla ribalta in questo periodo storico e che alcuni di loro non erano riusciti a digerire fino infondo verbalizzandoli come eventi che hanno inciso significativamente nelle vite portandosi dietro malesseri che non potevano essere ignorati. (Le tragedie degli immigrati che hanno perso la vita tentando di raggiungere l’Italia).
Questo ci ha portato a riflettere sul perché, a livello geografico, queste persone tentassero di raggiungere l’Italia e non un’altra nazione e come mai fossero disposte a rischiare la loro vita perseguendo questo scopo.
Ne è seguita, dunque, quella che avrebbe voluto essere una documentazione video con interviste a persone che potessero fornirci notizie su questi immigrati (Guardia Costiera, Medico di Emergency, Associazione libri senza parole).
I “nuovi eroi”, che rischiavano la vita per salvare quella degli altri, contrapposti a quelli classici disposti anch’essi a perdere la vita, ma per la gloria.
I bambini si sono divisi in 4 gruppi a seconda degli interessi che avrebbero voluto approfondire e anche delle conoscenze che avevano sul territorio e che avrebbero potuto aiutarci nella realizzazione del nostro progetto.
Ogni gruppo ha prodotto e reperito, a seconda dei propri talenti e lavorando in cooperative learning, il materiale relativo all’argomento a loro affidato, condividendolo su una cartella di google drive con il resto classe.
Il piano di lavoro è stato appeso in classe e veniva aggiornato rispetto alle informazioni trovate e alle disponibilità di partecipazioni esterne che si andavano via via concretizzando e che gli alunni hanno condiviso con il resto del gruppo classe durante il tempo scuola, cosa che ha garantito l’unitarietà del lavoro nonostante le molteplici variazioni subite.
Il tempo in classe è stato usato inoltre sia per documentare, anche coi propri mezzi, l’evoluzione del lavoro, con le problematiche ad esso connesse, che per fissare appuntamenti, scrivere e-mail e preparare le domande per le interviste, nella migliore tradizione della classe capovolta.
E’ nata quindi fin da subito l’esigenza di comprendere cosa fosse il diritto d’immagine, e di raccogliere le liberatorie alla concessione dell’utilizzo di tale diritto non solo per noi diretti interessati, ma anche per gli esperti esterni che avremmo intervistato.
Solo rispettando questo diritto avremmo potuto socializzare il nostro lavoro.
Capitane l’importanza, che avrebbe inoltre inficiato tutto il lavoro, è stata eletta una responsabile “liberatorie”, con un aiuto, che ha provveduto a raccogliere quelle della classe e per ogni uscita a stamparle, a portarle con sé e a farle firmare da tutti gli esperti intervenuti, nonché si è presa anche la responsabilità di conservarle fino a fine lavoro.
La riflessione sul cyberbullismo è stata conseguente, si è ragionato su cosa comportasse in termini legali ed emotivi pubblicare on-line un materiale reperito per un fine diverso da quello per cui si era concessa la liberatoria.
Il lavoro si è poi sviluppato intorno al tema del diritto alla vita e all’aiuto, indipendentemente dalla nazionalità a cui appartengono le persone.
Si è proceduto di conseguenza col capire cosa fossero le organizzazioni internazionali e cosa facevano. I bambini si sono resi conto che anche nella loro classe non erano tutti della stessa nazionalità e non erano tutti cittadini italiani.
Si è cercato di approfondire cosa volesse dire “essere cittadini di una nazione” e, viste le notizie frammentarie che recepivano dai media, il significato dei termini “Ius Soli” e “Ius Sanguinis”, di approfondire dunque il concetto di politica e di democrazia nonché dei diritti e doveri dei cittadini. Abbiamo riflettuto sulla Costituzione Italiana come “legge sulle leggi” e, visti i pregressi, in particolare sull’ART.3; il che ci ha portati ad approfondire alcuni articoli della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.
Durante queste ricerche si è trovato il bando di partecipazione al concorso “Vorrei una legge che…”; all’unanimità si è deciso di partecipare dando una veste istituzionale al nostro progetto che avrebbe dovuto invece chiamarsi “Eroi senza frontiere”.
Dopo aver approfondito sui libri di testo cosa facesse il Parlamento, il Sindaco del paese, nell’aula consiliare di Montopoli, ha spiegato a tutti quale fosse l’iter per l’approvazione di una legge e che le leggi venivano promulgate per andare incontro alle esigenze dei cittadini. Gli esempi pratici, a livello comunale, che il primo cittadino ha portato alla nostra attenzione sono stati molto efficaci poiché i loro effetti erano a noi noti e con essi ci confrontavamo quotidianamente anche in classe (raccolta differenziata).
Sulla base di quanto studiato fino a quel momento e sulle notizie raccolte si è lavorato per promulgare la nostra legge che apportasse in classe dei cambiamenti rispetto alle esigenze dei bambini e che avesse come punti fermi l’ART.3 della Costituzione e il diritto d’aiuto, per aiutare tutti a poter esprimere i propri bisogni, primo fra tutti il diritto allo studio, con una comunicazione efficace e non violenta.
L’approvazione della legge ha seguito un vero e proprio iter legislativo in classe, con approvazione della legge nell’aula consiliare di Montopoli di Sabina alla presenza del Sindaco che vi ha apposto timbro e firma.