Perché fare video a scuola. Come inserire la media literacy nel PTOF.

28/11/2018 di Simona Dalloca

Illustration. (Photo source: Pixabay/geralt) Photo source: Pixabay/geralt

Il nostro istituto progetta e diffonde  la media literacy quale “capacità di accedere, analizzare, costruire e valutare i messaggi dei media in tutte le loro forme”[i] .

Già dal A.S. 2010-2011, ha dato avvio, producendo il Cortometraggio “Soli a 12 anni”,  al primo corso di Tecnica Cinetelevisiva nella Scuola Secondaria di I grado “Pepoli”, promuovendo il passaggio dall’educazione ai media (media education) all’alfabetizzazione ai media (media literacy). L’intento era quello di esplorare non solo le funzioni e l’efficacia educativa della disciplina ma anche e soprattutto, le sue potenzialità nello sviluppo delle life skills nei ragazzi.

Il “fare” implica divisione dei compiti all’interno di un lavoro collettivo e orchestrato sulla base del raggiungimento di obiettivi precisi. Doti comunicative, gestione del tempo, assunzione di responsabilità, capacità di scegliere e prendere decisioni da parte dei singoli componenti del gruppo sono elementi imprescindibili ad una attività funzionale a processi didattici.

Cooperare per creare un prodotto, poi socializzato sia in eventi pubblici sponsorizzati dal territorio che sui social media, alimenta quella cultura partecipativa  che ha ampiamente dimostrato come l’utilizzo di social network, blog, wiki, solleciti le dimensioni rielaborative e metacognitive implicate nei processi di apprendimento.[ii]

E’statisticamente dimostrato che bambini e adolescenti trascorrono la maggior parte del loro tempo a contatto con i diversi media: dalla televisione, a internet, alla telefonia mobile[iii]  e avvicinare la dimensione informale del quotidiano dei nostri alunni a quella formale proposta in classe attraverso l’impiego di tecnologie e della metodologia di learning by doing favorisce le dinamiche di partecipazione, autorialità e cittadinanza come sostenuto dalla maggior parte dei pedagogisti e dei responsabili delle politiche educative.

Le pratiche partecipative funzionali alle logiche educative, incoraggiano i giovani studenti a sviluppare l’autostima e le competenze/abilità necessarie ad esporre le proprie idee al fine di attivare, da un lato, processi di riflessione sui contenuti didattici, dall’altro, di sentirsi parte attiva nella creazione di quella cultura contemporanea in cui sono immersi e di cui subiscono l’influenza.

Questo approccio, infine, diventa utile per evitare di far percepire la lezione come un qualcosa di noioso, contrapposta ai più stimolanti ambienti di interazione on line[iv], dall’altro, per evitare di far credere ai giovani che le opportunità formative extra scolastiche siano migliori di quelle offerte dalla scuola[v].

L’entusiasmo e la partecipazione dell’utenza a questo tipo di attività ha spinto il nostro istituto  ad estendere quella prima sperimentazione partita nel 2011 a tutti i gradi d’istruzione presenti al suo interno rendendo la media literacy pervasiva del proprio curriculum verticale.

I progetti proposti all’interno del PTOF hanno, infatti, quasi sempre degli allegati  video dei quali i nostri studenti sono attori e autori consapevoli e per i quali vengono anche valuti oltre che per i contenuti didattici anche rispetto ai criteri che rendono un individuo alfabetizzato ai media:

  • usa i mezzi di comunicazione in modo accorto ed efficace
  • utilizza il pensiero critico quando valuta i messaggi dei mezzi di comunicazione
  • valuta la credibilità delle diverse fonti
  • comprende l’enorme potere delle immagini ed è in grado di decifrarle
  • è consapevole dell’ampiezza dell’universo comunicativo e sa apprezzarne le diverse prospettive
  • è in grado di esprimersi in modo chiaro e creativo utilizzando differenti mezzi di comunicazione
  • riconosce l’influenza dei mezzi di comunicazione sulle credenze, sui valori e sui comportamenti delle persone.

Inoltre queste produzioni video si sono dimostrate essere un ottimo mezzo di diffusione delle buone pratiche all’interno del nostro istituto e negli anni hanno prodotto una consistente documentazione delle Unità Didattiche di Apprendimento così svolte e accessibili nel sito dell’istituto.

“Dati i profondi cambiamenti introdotti dalla presenza dei media nella società contemporanea, è cresciuta l’esigenza di arricchire la gamma delle competenze di base che gli individui devono possedere per poter diventare cittadini attivi e consapevoli. Se è vero che la tradizionale alfabetizzazione scritta rimarrà una competenza chiave anche nella società del futuro, è altrettanto vero che si va affermando la necessità di fornire un’alfabetizzazione mediale nella duplice ottica di un’educazione ai media (i media come oggetto di analisi critica) e attraverso i media (i media come sussidio didattico e come mezzo di espressione/comunicazione)” [vi]

[i] The Center for Media Literacy (http://www.medialit.org/)

[ii] Dickey, 2004; Deng, Yuen, 2009; 2011

[iii] HBSC, 2008.

[iv] Ferri, 2008

[v] Petrucco, 2011

[vi] M.R. Tomaro, Ai@art, 2008

BIBLIOGRAFIA

Abstract: Narrazione digitale e didattica della storia nella scuola secondaria: indagine
esplorativa tra formale e non formale  di Giovanni Ganino.