La comunicazione di Arrival e la sua idea sacra nell’enneagramma

31/05/2017 di Simona Dalloca

“Più che un film di fantascienza, Arrival[1] è un saggio sulla comunicazione e sul linguaggio. Da un punto di vista sociologico gli alieni sono un elegante pretesto per rendere il racconto più accattivante, quasi una trovata per portarci al cinema. Tuttavia, il vero senso della pellicola non ha a che fare con UFO ed extra-terresti, ma riguarda il nostro modo di comunicare e di rapportarci con ciò che non conosciamo.” Davide Bertozzi

Ho fatto un viaggio durante la visione di questo film che senza essermi risvegliata, non sarei mai stata capace di fare.

E’ “praticamente perfetto”, per citare un altro film di fantascienza, “Il quinto Elemento”[2], di quell’idea sacra della perfezione che nell’enneagramma reintegra l’ira generata dalla dicotomia dell’impossibilità di sentirci parte di qualcosa con la serenità dell’impeccabilità di quanto esiste “perfetto così com’è”.

Gli effetti di questa perfezione si riassumono in un’unica frase: “Sia fatta la tua volontà”, che non implica la rinuncia al libero arbitrio.

Dodici astronavi atterrano in dodici punti della Terra, per offrire a noi UMANI “un’arma”, tradotto anche come “uno strumento”, il gioco a somma positiva o “win-win”, i  dodici paesi coinvolti dovranno imparare a collaborare, trovando soluzioni  che consentano a tutti di sentirsi vincitori, solo se la lezione verrà appresa saremo in grado di aiutare gli ALIENI tra 3000 anni, questo costerà a uno di loro la vita, lui già lo sa… ma tutto è perfetto così com’è.

La loro scrittura circolare, “l’eptapode” prevede la conoscenza  di come sia composta l’intera frase, prima di poterne scrivere il primo tratto, ricorda la rappresentazione grafica dell’enneagramma, ed è intrisa di un significato che rimanda, ben oltre al significato veicolato dal significante delle nostre parole, ad un sistema di pensiero che ha alla sua base una percezione del tempo non lineare.

Capirsi, non fraintendersi, trascende la pragmatica della comunicazione di Watzlawick, dove occorre porre attenzione al paraverbale, al non verbale ed accordarsi sul significato di ogni segno che può per sua natura aver più di un significato.

pietaarticoloComprendersi, portasi con sé, implica l’accettazione profonda della propria mission, come la Pietà di Michelangelo esprime così profondamente, e come la protagonista di questo film, Amy Adams,  è così brava ad interpretare nel personaggio di Louise Banks (Linguista).

Man mano che il film si svela le si svela anche il suo destino, la sua mappa del mondo si amplia ad altri mondi e sviluppa una conoscenza simultanea del tempo, si risveglia alla complessità del tutto e sceglie attimo per attimo, nel presente, l’inevitabilità del suo futuro.

Impara i nessi profondi della scrittura circolare sostanza della forma, la conoscenza della nuova lingua influenza i suoi pensieri determinando nuove connessioni nella sua vita con il tutto di cui è parte e lei trova il coraggio di so-starvici.

Pienamente, con tutti i suoi sensi, afferra tutte le gioie che per lei lì sono previste, un abbraccio, un bacio. Le accoglie totalmente nella consapevolezza che presto, troppo presto dovranno finire.

Responsabilmente, senza accuse, senza recriminazioni verso chi con lei quel futuro lo ha co-creato (Jeremy Renner nel personaggio di Ian Donnelly, fisico), ma non sarà capace di sceglierlo.

Vorrei ringraziare il professor Enrico Cheli, che ha arricchito il mio sacco di molte “armi” per risvegliarmi.


[1] Film Fantascienza di Denis Villeneuve, 2016.

[2] Film Fantascienza scritto e diretto da Luc Besson, 1997.