Giallo in classe dall‘U.F. di Simona Dalloca all’UDA di Clara Ardone
12/03/2019 di Clara Ardone
Cortometraggio Giallo in classe: riflessioni dell’insegnante
A seguito dell’UF 2017/2018 – “Didattica per competenze e innovazione metodologica”
L’Italiano Lingua Madre: dalla progettazione per obiettivi alla progettazione per
competenze nella costruzione del curricolo verticale- si è proceduto ad un intervento di
sperimentazione in classe delle strategie, tecniche e metodologie apprese, guidando gli
alunni alla realizzazione del cortometraggio SCRIVO, RACCONTO E INTERPRETO IN
… GIALLO.
Impegnati nella costruzione di un racconto dalle caratteristiche den definite e finalizzato alla sceneggiatura, interpretazione e riprese da parte degli stessi alunni, essi sono divenuti protagonisti del proprio processo di apprendimento, mettendo a frutto le proprie conoscenze, competenze e creativitá per realizzare un prodotto originale come esito dei propri apprendimenti. E’ stato un lavoro che ha facilitato l’apprendimento di contenuti e nozioni disciplinari complessi in modo divertente e coinvolgente, pienamente svolto nell’ottica delle competenze chiave europee. Girare un film dopo averlo scritto insieme, infatti, ha permesso di acquisire competenze nella comunicazione della Lingua Madre, competenze digitali, competenze sociali e civiche, competenze di lavorare in team…. Il mettersi in gioco con senso di responsabilità, in vista di un pubblico più ampio, aprirsi al confronto e imparare ad accettare le critiche costruttive per migliorare il proprio lavoro…in altre parole imparare ad imparare!
L’attività ha permesso di creare un ambiente di apprendimento inclusivo e ricco di stimoli, nel quale applicare, sviluppare, integrare e verificare il bagaglio di competenze. Attraverso l’approccio laboratoriale si è favorito il coinvolgimento e la cooperazione, dando ad ogni alunno la possibilità di trovare la propria dimensione ottimale (soggettista, sceneggiatore, disegnatore, attore, cameraman) e di contribuire in modo attivo al raggiungimento del risultato.
Il maggiore motivo di orgoglio nell’aver progettato tale percorso sta proprio nella costruzione di questi momenti e spazi strutturati in cui tutti hanno potuto trovare il proprio ruolo all’interno del gruppo classe: alunni in difficoltà nelle materie curricolari, poco interessati agli argomenti di studio e che partecipano con scarso impegno alla vita scolastica hanno dimostrato, nell’attività cinematografica, abilità mai immaginate e la conseguente rivalutazione da parte dell’insegnante ha prodotto un aumento dell’autostima tale da avviare un processo di miglioramento del profitto fino ad allora non attivato.
SCRIVO, RACCONTO E INTERPRETO IN … GIALLO: riflessioni sul percorso realizzato
Tutto è iniziato quando abbiamo cominciato a studiare il genere giallo.
Questa tipologia di racconto ci ha incuriosito molto, soprattutto quando la prof, attraverso un braingstorming , ha selezionato tutte le parole chiave e con quelle ci ha spiegato le caratteristiche del genere. Abbiamo letto diversi racconti gialli e ricercato in essi tali caratteristiche . Quindi abbiamo elaborato una mappa concettuale e visionato il film “Verso l’ora Zero” di
Agatha Christie. Tutti noi siamo stati felici di trascorrere così le due ore di italiano, ma tale felicità è durata poco , fino a quando la prof. ci consegnò delle schede… di analisi del film !!!
Nei giorni seguenti ci siamo divertiti a giocare ad “Alleniamoci a investigare ” dove la prof ci proponeva vari casi con diversi indizi e noi, come dei veri e propri investigatori, cercavamo di risolvere. Abbiamo anche letto e analizzato delle Cronache fiabesche ed è stato molto divertente, perché per la prima volta ci trovavamo di fronte a favole che conoscevamo fin da piccoli, ma questa volta raccontate sottoforma di giallo! Un altro lavoro che a noi tutti è piaciuto molto, è stato quando la prof ci ha diviso in gruppi e abbiamo iniziato ad elaborare tutte le regole del genere giallo trascritte, poi, su un cartellone. Dopo tutto questo lavoro, eravamo pronti per inventare tutti insieme un racconto giallo ambientato a scuola. Abbiamo pensato a tantissimi casi, ognuno di noi aveva un’idea apparentemente buona, ma poi o gli indizi incoerenti o la difficoltà della risoluzione, ci portava a trovare soluzioni diverse. Ogni gruppo ha poi presentato il proprio racconto alla prof , ma nessuno rispecchiava per intero le caratteristiche del genere. Così la nostra insegnante ha cercato di indirizzarci su una sola situazione e guidati da lei, finalmente è uscito fuori il soggetto del nostro racconto.
Una volta completato il copione, lo abbiamo riguardato con la nostra professoressa la quale ci ha guidato passo per passo alla creazione di una sceneggiatura idonea. Stabiliti i ruoli di ognuno, a casa abbiamo studiato le parti assegnate. I giorni successivi, le recitavamo in classe e la nostra professoressa ci insegnava la gestualità adatta e la giusta intonazione della voce . Quando la professoressa si è assicurata che tutti sapevano recitare bene la propria parte, chiamò la nostra regista, una docente esperta proprio in questo campo, Simona Dalloca, la quale , con tanta pazienza, ci spiegava le tecniche da utilizzare, le varie angolazioni da cui riprendere le scene e tanto altro. Così,aiutati da lei, hanno avuto inizio le riprese.
La nostra classe si era trasformata in un vero e proprio set cinematografico: compagni che recitavano, altri che tenevano il tempo e ci davano l’ avvio con il classico “Ciack. ..si gira”, altri ancora che oscuravano o illuminavano la scena improvvisandosi ‘tecnici delle luci’, la prof. che urlava continuamente ”
Stop..stop..è da rifare” e Simona che ci suggeriva i giusti movimenti… Non vi dico quante volte ripetevamo la stessa scena e quante risate…..
Certo che sembra semplice, ma é un lavoraccio sia per noi improvvisati “attori” che per i registi che dovevano riprendere la stessa scena da più angolazioni e se noi sbagliavamo anche una parola, si ricominciava daccapo. Alla fine di tutto, la prof.ssa Ardone ci ha assegnato un ‘autobiografia cognitiva nella quale parlare del lavoro svolto e, dopo la correzione, ognuno di noi l’ha letta ad alta voce.
Tali letture hanno fatto sì che io riflettessi ancora di più sul lavoro realizzato ed ho capito che non solo per me, ma per tutta la classe, lavorare in questo modo è stato un vero e proprio divertimento. Non abbiamo avvertito quella fatica o quella noia che in genere accompagna le tradizionali lezioni di antologia, eppure abbiamo letto e scritto tanto…. Anzi, direi con precisione che quando ci siamo dedicati agli altri generi narrativi abbiamo studiato molto,
ma molto di meno!
Un’altra mia riflessione riguarda il clima che si è creato tra noi compagni: in genere ci dividiamo in base al legame di amicizia che ci unisce anche al di fuori della scuola. Stavolta, invece, c’è stata una collaborazione e una solidarietà tra noi che ci faceva sentire un’unica grande famiglia. In effetti eravamo consapevoli che lo sbaglio di uno poteva compromettere il risultato di tutti e così ci siamo aiutati reciprocamente, perfino quei compagni che in genere disturbano e hanno continuamente note dai professori, durante queste attività sono stati di grande aiuto.
Ma più di ogni cosa, ricordo quando qualche tempo dopo questa esperienza, la prof.ssa Ardone è entrata in classe con aria misteriosa informandoci di avere una sorpresa per noi. Nessuno di noi aveva idea di cosa si potesse trattare ma, appena la prof. ci ha detto che era arrivato un “qualcosa” da parte di Simona, allora tutti noi abbiamo capito che si trattava del montaggio del nostro cortometraggio.
Vederlo è stato qualcosa di indescrivibile.. noi semplici ragazzi di seconda media non solo protagonisti di un film ma addirittura di un film inventato da noi!
Che emozione e che sensazione strana vederci su uno schermo a recitare…
Spero di ripetere ancora questa esperienza magari coinvolgendo anche altre classi e, visto che ormai siamo diventati ‘esperti’ , realizzare insieme non più un corto ma un ..lungometraggio!!!
Della Corte Immacolata
Classe 3D