Didattica laboratoriale: Laboriamo, laboratori in atto.
07/07/2019 di Simona Dalloca

07/07/2019 di Simona Dalloca

Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò. Confucio

I laboratori della IA-B plesso Volpicelli, con la partecipazione della IC. A.S. 2018/2019. La didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. L’appropriazione delle conoscenze e il loro utilizzo non sono mai temporalmente separate e i significati (il valore della conoscenza) sono sempre situati in specifici contesti d’uso.

Presupposti

La didattica laboratoriale ha un grande vantaggio e cioè quello di poterla inserire in tutti gli ambiti, poiché nel laboratorio i saperi disciplinari diventano strumenti per verificare le conoscenze e le abilità che ogni studente acquisisce per effetto dell’esperienza di apprendimento.

Il modello della didattica dei Laboratori è rintracciabile soprattutto (ma non certo esclusivamente) nella pedagogia dell’attivismo di Dewey e Kilpatrick. In particolare tre sono i principi che tale modello coltiva e che per noi risultano di particolare interesse:
• gli scopi dell’educazione vanno fondati sui bisogni intrinseci del soggetto che apprende;
• la cooperazione contribuisce efficacemente a “liberare e organizzare” le capacità di chi
apprende e a trasformarle in competenze;
• la valenza educativa delle attività sta nelle connessioni e nella flessibilità di percorsi riconosciuti dall’alunno come significativi per sé e spendibili nel compito concreto di intervenire sulla realtà.

L’orientamento negli obiettivi prioritari della Legge 107/2015

Comma 7

Le istituzioni scolastiche, individuano il fabbisogno di posti dell’organico dell’autonomia, per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari tra i seguenti:
a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche…
b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;
c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell’arte e nella storia dell’arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni…
d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica…
e) sviluppo di comportamenti responsabili…
f) alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;
g) potenziamento delle discipline motorie…
h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo…  all’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media…
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30-7-2015 Supplemento ordinario n. 44 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale – n. 175
i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;
l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica…
m) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e…

p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;

Platone definisce l’esperienza come un: «fondamento ontologico ai fenomeni sensibili sulla base delle idee che l’esperienza stessa induce a risvegliare nella mente umana»

La didattica laboratoriale non può prescindere dal modello di interazione antropologica basata sull’apprendimento.

Il docente diventa formatore e pone in essere, nel creare un ambiente di apprendimento attraverso il learning by doing e il role playing,  la capacità maieutica di stimolare nell’alunno con il brain-storming competenze di problem-solving e cooperative learning rispetto all’esperienza in atto, costruttiva di un compito reale che il discente sta pragmaticamente vivendo.

La didattica laboratoriale privilegia dunque la centralità dell’esperienza vissuta sviluppando nell’alunno la meta-cognizione del processo attraverso la scoperta.

L’apprendimento significativo, capace di generare un cambiamento in chi lo ha appreso è di immediata valutabilità e sotto gli occhi di tutti, nella tangibilità del prodotto realizzato.

La capacità di generalizzare e di traslare le competenze acquisite durante il processo del fare in altri ambiti è ormai letteratura ed è l’unica provata permanere nel tempo, il che ci fa ben sperare  possa accompagnare lo studente per tutto il suo curricolo verticale.

Le informazioni acquisite in modo meccanico, tra di loro separate e in forma di memorizzazione non sono facilmente utilizzabili e trasferibili e generano “conoscenza inerte” (D. Perkins)

L’appropriazione delle conoscenze e il loro utilizzo non sono mai temporalmente separate (se non a scuola).

I significati (il valore della conoscenza) sono sempre situati in specifici contesti d’uso, mai astratti o generali.

Si costruisce conoscenza significativa nello svolgimento di attività, non al di fuori di esse, e in specifici contesti d’uso.

L’enfasi è sul qui e ora, sull’accadimento.

Il modello è esperienza-riflessione-trasferimento

L’esperienza non si può smentire, avviene sotto gli occhi del gruppo. Non si può che prendere atto delle proprie abilità e disabilità. Se ne esce convinti. Avvengono fatti.

Le analogie metacognittive verranno esplorate dopo aver vissuto gli avvenimenti.

“Non appena l’abitudine a cercare fondamenti viene troncata “e si impara ad assumere un atteggiamento di “lasciar andare“,  allora la naturale caratteristica della mente di conoscere se stessa e di riflettere sulla propria esperienza può finalmente emergere.” Bateson. 1992

Al centro del processo educativo gli studenti, come soggetti attivi.

Ridefinisce fortemente le competenze del docente.

Da un lato: un’attività più strutturata preparando materiale d’aula e pianificando la propria attività.

Dall’altro: il processo di erogazione risulta più incerto e meno prevedibile e quindi più affidato alle capacità relazionali.

La “forma formante”. Goethe 1970

Si deve dunque lavorare sulla capacità di far prendere ogni volta una forma nuova ai nostri saperi a seconda di quel che accade nel qui e ora.

Il processo di apprendimento viene visto come osservazione del minuscolo evento che stimola la visione della generalizzazione nella sua regola già codifica.

Conta il valore formativo dell’incontro.

Cosi accade quando si incontrano il modo di vedere e il mondo di docente e discenti: il risultato finale, imprevedibile a priori, è frutto dell’ibridazione e per questo comunque arricchente.

Un mondo che appartiene a tutti gli interlocutori e a nessuno di essi.

Tra stimolo e risposta c’è sempre la possibilità di scegliere.

Si tratta dell’abilità pratica di produrre cambiamenti chimici all’interno del nostro cervello, di acquisire una sempre maggiore flessibilità e capacità di “cavalcare le onde” di sentirci padroni del vento nelle nostre mani, di condurre la nostra barca proprio dove vogliamo che vada…